Diabete e malattia parodontale sono strettamente legate tra loro: le persone con diabete (400 milioni nel mondo di
cui circa 4 milioni in Italia, ai quali si aggiunge un altro milione che ne
soffre senza saperlo) hanno una probabilità tripla di sviluppare
un'infiammazione gengivale, o di vederla peggiorare se già la
presentano. Inoltre chi ha una malattia parodontale grave (8 milioni
di italiani, con altri 12 milioni che portano segni di infiammazione
gengivale) è più esposto al diabete o fa più fatica a controllare la
glicemia se già ce l'ha alta, con la minaccia di complicanze.
Controllare la salute delle gengive è essenziale in caso di diabete; mentre in caso di parodontite è opportuno monitorare
più spesso i livelli di zucchero nel sangue e quelli di emoglobina glicata,
'spia' del controllo glicemico. I diabetici hanno una reazione alterata nei confronti dei batteri,
fra cui quelli responsabili di gengiviti e parodontiti presenti nella placca
che si deposita attorno ai denti; inoltre vari mediatori aumentati in caso di
diabete, come radicali liberi e citochine, possono accrescere l'infiammazione
anche a livello dei tessuti parodontali. Inizialmente la gengiva si infiamma e
appare più rossa, gonfia e con la tendenza a sanguinare, poi il problema
progredisce andando a interessare i tessuti più profondi fino all'osso di
supporto, che può pian piano riassorbirsi fino a portare alla perdita di uno o
più denti.
In caso di diabete è necessario sottoporsi a un regolare monitoraggio dal
vostro dentista di fiducia,
per evitare che si sviluppi la malattia o per
intercettarla precocemente e poterla curare con successo.E' necessario fare attenzione quando si soffre di parodontite, perché la malattia influenza il controllo e la progressione del diabete favorendo l'innalzamento della glicemia. E in casi gravi può anche concorrere al suo sviluppo, perché peggiora la capacità metabolica di mantenere un corretto livello di zuccheri nel sangue.
In presenza di parodontite i batteri del cavo
orale attraverso la circolazione possono raggiungere numerosi organi,
innescando pericolose reazioni infiammatorie. La parodontite comporta un
aumento della produzione di citochine infiammatorie che potrebbero contribuire
all'insulino-resistenza, un incremento degli acidi grassi liberi e un calo
della produzione di ossido nitrico nei vasi sanguigni. La parodontite inoltre
aumenta il rischio di diabete facendo salire l'emoglobina glicata,
indice di un peggior controllo glicemico. L'effetto è particolarmente marcato
nei soggetti con elevati livelli di proteina C-reattiva, un marcatore
dell'infiammazione.
In chi ha la parodontite
ed è già diabetico, si sono osservati un peggior controllo della glicemia e un
maggior rischio di sviluppare complicanze: in chi ha il diabete di tipo 1 sono
più probabili conseguenze gravi renali e cardiovascolari, mentre nei pazienti
con diabete di tipo 2 è più frequente l'insufficienza renale terminale e la
mortalità cardio-renale è 3,5 volte superiore rispetto a chi non ha problemi di
parodontite. E' perciò molto importante gestire l'infiammazione con un'adeguata
terapia parodontale, per aiutare il diabetico a mantenere sotto controllo la
glicemia. Riuscirci significa favorire un miglioramento della salute
parodontale, in un circolo virtuoso che migliora il benessere generale.
Regolari e
periodiche visite di controllo dal dentista possono perciò aiutare la prevenzione e nella diagnosi precoce del diabete. Rilevare la parodontite e trattarla per tempo può ridurre
significativamente le complicanze del paziente diabetico.
Viceversa, identificare i pazienti a rischio diabete è importante per prevenire e monitorare lo sviluppo della malattia parodontale, impostando un percorso di cura e prevenzione che preveda un'accurata igiene orale domiciliare.
Viceversa, identificare i pazienti a rischio diabete è importante per prevenire e monitorare lo sviluppo della malattia parodontale, impostando un percorso di cura e prevenzione che preveda un'accurata igiene orale domiciliare.
http://www.lastampa.it/2013/10/16/scienza/benessere/salute/diabete-i-numeri-spaventano-ma-il-dentista-potrebbe-avere-la-risposta-3Qe5weEckBFfS0mpeDrePK/pagina.html
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