martedì 20 febbraio 2018

CARIE: ADDIO TRAPANO IL DENTE SI RIPARA DA SOLO!


Non è un titolo ad effetto ma l'esito di una straordinaria ricerca che ha scoperto come le carie possono guarire da sole  utilizzando un farmaco testato per la cura dell'Alzheimer. I ricercatori del King's College di Londra hanno recentemente pubblicato sull'autorevole Scientific Report uno studio in cui spiegano di aver scoperto una medicina in grado di stimolare la ricrescita dei denti danneggiati da carie o traumi. I ricercatori hanno scoperto che un farmaco sperimentale per la cura dell’Alzheimer, chiamato Tideglusib, come effetto collaterale stimola la crescita di dentina. La dentina è la parte ossea del dente, fatta di tessuti calcificati, che separa la polpa dallo smalto duro. I nostri denti si danneggiano costantemente a causa dell'usura quotidiana e all'attività dei batteri che ricoprono la superficie di ciascun dente e si nutrono di residui di cibo. Quando scompongono le particelle di cibo, i batteri secernono acidi come sottoprodotto e questa acidità può erodere gli strati sottostanti di tessuto osseo denso, chiamato appunto dentina. Come la pelle, i denti possono riparare autonomamente piccoli danni: quando la dentina è danneggiata, le cellule staminali che si trovano nella polpa dentale si trasformano morfologicamente in cellule chiamate odontoblasti, che secernono nuovo tessuto. Tuttavia, quando il danno è troppo grande o profondo, la dentina fresca non è sufficiente a ripristinare il dente e il risultato spesso è una carie. Attualmente il modo principale per trattare una carie è scavare la parte erosa e l'area circostante e poi otturare la cavità con un materiale surrogato durevole, come un cemento a matrice metallica, plastica o vetrosa. La ricerca di Paul Sharpe, bioingegnere del King's College di Londra, e dei suoi colleghi ha evidenziato che il Tideglusib, usato in test clinici sull'Alzheimer come sostanza neurologica che incoraggia la crescita di cellule cerebrali, agisce anche sui denti, spingendoli a produrre più cellule staminali e dentina sull'area esposta. 


Occorre specificare che gli odontoblasti attivati in seguito ad una lesione cariosa riparano solamente la dentina in prossimità della camera pulpare e invece è necessario la riparazione di tutta la dentina per evitare le otturazioni profonde. Inoltre il dentista dovrà comunque apporre del materiale riparativo per quanto riguarda lo smalto, in quanto non esistono cellule staminali per lo smalto. Gli ameloblasti una volta finito il loro lavoro di disattivano senza più possibilità di riattivarsi.  Quindi sarà sempre necessario l'apporto del dentista per quanto riguarda la cura delle carie. 
La possibilità offerta da questa straordinaria scoperta è che il dente potrà essere stimolato a ripararsi al 90% e sarà poi cura del dentista riparare lo smalto che costituisce non più del 10 per cento del dente con materiale artificiale. 
In particolare sarà possibile evitare la devitalizzazione del dente ogni qual volta un' infiammazione pulpare verrà presa sul nascere.  Quindi l’odontoiatria conservativa si arricchirà d procedure biologiche e non solo meccaniche e non sarà più necessario ricorrere all’endodonzia in una percentuale consistente di patologie dentali riducendo notevolmente l'invasività delle cure e il tempo passato sulla poltrona del dentista. 
Occorreranno ancora alcuni anni prima che questo protocollo possa entrare in uso definitivamente ma lo Studio Dentistico Dr. Raffaele Fussi monitora costantemente l'evolversi della ricerca e le aziende produttrici in modo da poter essere tra i primi ad utilizzare questa nuova metodica che potrebbe rivelarsi la più grande scoperta in campo odontoiatrico degli ultimi 50 anni.

Articolo integrale pubblicato su Scientific American il 1 febbraio 2018